Gli acciarini in ferro-cerio sono il segno distintivo di ogni survivalist che si rispetti. Che ne dite di un ripasso su come utilizzarli al meglio?
State certamente pensando che non vi è nulla di più comodo degli accendini a gas, ed è vero, ma saper accendere un fuoco con tecniche che si perdono nella notte dei tempi è un’abilità che è bello poter padroneggiare, anche perché è una delle poche che funziona quando il gas termina e l’umidità ha rovinato i nostri fiammiferi!
Gli acciarini che si possono comprare oggi sono prodotti con un materiale artificiale – il ferro-cerio – inventato nel 1903 dal chimico autriaco Carl Auer von Welsbach. Prima di all’ora, si otteneva un risultato simile sfregando materiali presenti in natura – le pietre focaie – come la pirite o la selce.
La lega di ferro-cerio produce scintille ad altissima temperatura quando viene raschiata su una superficie ruvida o un bordo tagliente. La composizione di questa lega varia, ma è generalmente costituita da cerio al 50%, lantanio 25%, ferro 19%, con piccole quantità di praseodimio, neodimio e magnesio.
Si possono trovare in commercio molti tipi di barre di ferro-cerio, più o meno grandi, in kit con il pezzo di metallo che verrà utilizzato come raschietto, oltre ad essere presenti in forma particolarmente compatta, inserite nel manico di alcuni coltelli da campeggio.
La preparazione dell’esca
L’esca è il materiale preparato per innescare la combustione provocata da una scintilla, dallo sfregamento di due pezzi di legno o anche da una lente d’ingrandimento esposta al sole. Come potrete immaginare, l’esca ricopre un ruolo fondamentale nella realizzazione di un qualunque tipo di falò, sia esso destinato a riscaldarci che alla cottura del cibo.
Il compito dell’esca è produrre una brace che, più o meno velocemente, porta ad una fiamma viva in grado di bruciare materiale ben più consistente, quello che sarà poi il nostro falò vero e proprio. Va da sé che la scelta dei materiali è importantissima.
Occorre privilegiare materiale di piccola dimensione, sufficientemente poroso per agevolare la combustione e in grado di prendere fuoco anche a bassa temperatura. Inutile dire che qualunque materiale si scelga, l’umidità è il nemico naturale di ogni esca.
I materiali che comunemente vengono utilizzati in natura sono l’erba, le foglie e qualunque materiale vegetale secco che possa essere sminuzzato con facilità. Altri validi materiali sono la corteccia secca che andremo a sminuzzare, quella di betulla che si presenta come un leggero foglio di carta, ma anche il fungo dell’esca, il tipico fungo a forma di zoccolo di cavallo che cresce sui tronchi degli alberi, utilizzato fin dall’antichità proprio come esca. Anche dei legni particolarmente resinosi e per questo idrorepellenti possono essere tagliati in piccoli pezzi per formare un letto adatto alla combustione.
Oltre a questi materiali trovati in loco, possiamo portare con noi in una scatoletta sigillata con delle esche già pronte ed estremamente efficaci come tessuto carbonizzato, cotone idrofilo imbevuto di poco olio di vaselina o filo di canapa – il comune spago – da sfilacciare prima dell’uso o canapa da idraulico.
Come utilizzare gli acciarini
Prima cosa da fare è essere sicuri di aver rimosso la vernice, solitamente nera, che protegge la barra di ferro-cerio. Questa vernice viene applicata per proteggere la barra stessa da corrosione e possibili sfregamenti provocati dal trasporto della confezione. Non ci vuole molto per raschiarla perché è un velo molto sottile e la forza necessaria per provocare le scintille basterà a farla sparire senza problemi.
Non è il caso di andarci piano con lo sfregamento ma nemmeno di raschiare troppo in profondità. Con un po’ di esperienza riusciremo a capire quanta forza imprimere per bruciare tutto il materiale raschiato senza esagerare. Se invece ne useremo poca, non produrremo abbastanza scintille per accendere la nostra esca.
L’obiettivo è di non far finire le scintille ovunque tranne che sull’esca. Le possibilità sono due: o sfreghiamo l’acciarino tenendo il raschietto fermo o viceversa. In entrambi i casi, l’importante è che le scintille facciano meno strada possibile per raggiungere l’esca e quindi poggiare il raschietto o l’acciarino direttamente sull’esca può facilitare le cose.
E fuoco sia!
Dopo aver acceso la nostra brace che pian piano consuma l’esca, dobbiamo avvicinare prontamente altro materiale leggero capace di bruciare facilmente. A quel punto basterà qualche soffio non troppo forte per innescare una fiamma viva che piazzeremo al centro del nostro falò (se non lo avevamo già fatto in precedenza) e che sarà in grado di bruciare materiale più importante, come i piccoli rametti e via via i ceppi più grandi.
L’esperienza è come sempre fondamentale nel padroneggiare la tecnica: fate degli esperimenti e provate con materiali diversi e in diverse condizioni meteo in modo da affinare le vostre abilità di novelli Prometeo, il titano che rubò il fuoco a Zeus.