Asfodelo
Asphodelus ramosus
Nome volgare: Porraccio
Pianta perenne
È una bella pianta, che in primavera, quando è in fiore, può superare il metro d’altezza. Lo stelo è veramente robusto e fiorisce solo nella parte alta; le foglie, lunghe anche 80 cm, nascono tutte dalla base.
I tuberi sotterranei, in gruppi assai numerosi, sono marrone scuro all’esterno e arancione pallido all’interno e hanno una consistenza più o meno di una comune carota.
Amante dei terreni poveri e sfruttati, spesso presente in numerosi esemplari, è di facile ritrovamento nell’Italia meridionale, un po’ più rara da altre parti.
Il germoglio fresco dello stelo può essere consumato come un asparago, mentre i tuberi, lavati e sbucciati, potranno essere utilizzati come delle comuni patate. Confonderla con l’Asphodelus albus, molto simile ma con fioritura a pannocchia, senza diramazioni sullo stelo, non pregiudica niente essendo anch’esso commestibile nei tuberi.
I suoi fiori sono ricercati dalle api che ne ricavano un ottimo miele. Il miele di asfodelo è uno dei più rinomati in Sardegna, dal colore chiaro, trasparente e quasi incolore, che si produce tra marzo e aprile. Inoltre con le foglie dell’asfodelo, si intrecciano cesti sin dall’antichità.
Per Omero, l’asfodelo è la pianta degli Inferi. Per gli antichi Greci il regno dei morti era suddiviso in tre parti: il Tartaro per gli empi, i Campi Elisi per i buoni, ed infine i prati di asfodeli per quelli che in vita non erano stati né buoni né cattivi. Per tutte queste credenze, ed altre ancora, i Greci usavano piantare asfodeli sulle tombe, considerando i prati di asfodeli il soggiorno dei morti.
Proprietà naturali
Utilizzata come topico emolliente, rinfrescante e decongestionante per le pelli irritate, per schiarire le efelidi, per gli eritemi e scottature solari. Impiegato anche come diuretico ed anticatarrale. Il carbone ottenuto dai fusti della pianta ha proprietà assorbenti utile nelle terapie tossicologiche.